Questo luogo fortificato, e sede del ritrovamento di una stele etrusca tutt’ora conservata al Museo Archeologico dell’Umbria a Perugia, occupa un’eccellente posizione strategica e segnala un ulteriore confine del territorio perugino. Il forte si erge a circa 450 metri sul livello del mare e la sua postazione privilegiata di vedetta (esso si trova, infatti, all’estremo confine del territorio perugino dominante sulla strada che collegava Perugia ad Arezzo e Firenze e su tutta la piana aretina) cela, al suo cospetto, le vicende storiche che lo hanno caratterizzato con continui scontri per detenerne il controllo tra Perugia e le città toscane.
Il poeta e umanista Matteo dall’Isola Maggiore cita Mons Gualandrius e fa derivare il suo nome dall’abbondanza di latte (dal greco gala, latte appunto) prodotto in grande quantità dalle greggi che qui pascolavano. La storia documentata del castello di Monte Gualandro parte dal 1202, anno in cui il forte, al pari di molti altri castelli-feudi, passò sotto il dominio di Perugia e, segnatamente, venne assegnato ai marchesi Uguccione e Guido Ranieri. Nel 1238 divenne proprietà dei Montemelini i quali di lì breve sarebbero stati accusati di alto tradimento con la conseguente perdita di tutti i beni, Castello compreso. Ma non finì qui: il popolo perugino, inviperito contro i Montemelini, datisi nel contempo alla fuga, distrusse il castello, ne disperse i mobili e estrasse dal sepolcro il cadavere di Andrea de Giacomo (padre dei Montemelini), trascinandolo per le vie di Perugia.
Solo nel 1261 il castello venne restituito alla città e ai suoi eredi, rimanendo, con alterne fortune e vendite più o meno lecite, dote dei Montemelini per un periodo di circa quattro secoli. Nel 1334 sappiamo che venne espugnato; intorno al 1393 passò sotto i Casali di Cortona e Perugia sancì tale possesso a patto che la competenza delle cause civili e penali rimasse competenza della Città di Perugia. Ma il castello nel 1443 tornò sotto i Montemelini per poi passare di nuovo di mano a favore dei Fiorentini. Per quasi tutto il 500 e buona parte del 600 sono di nuovo i Montemelini ad avere il possesso del forte. Ma nel 1643 Monte Gualandro fu occupato con le armi da Ferdinando II Granduca di Toscana nell’invasione dello Stato Pontificio e il 1678 sancì la fine del possesso dei Montemelini.
Infine Papa Innocenzo XI mise in vendita la Contea di Monte Gualandro assieme al titolo che finì nelle mani di Ruggiero Ranieri e dei suoi eredi che lo possedettero sino a pochi anni fa. Oggi tutto il complesso è di proprietà privata, perciò di norma non visitabile all’interno, ma vale ugualmente la pena effettuare una passeggiata panoramica attorno alla cinta muraria e godere della splendida vista sul lago e sulla pianura toscana.